Con Scagliola e Cantambanchi “IL MUSEO DELLA PIOGGIA” alla storica Cooperativa Borgo Po e Decoratori di Torino

Renato Scagliola_ glicine_ Budda copy
Ad aprile il museo della pioggia si espande sul glicine

I CANTAMBANCHI e GLI ALLEGRI IMBIANCHINI
Un libro e la sua musica

Sabato 23 aprile 2016, ore 17.00

COOPERATIVA BORGO PO e DECORATORI
(gli imbianchini)

Via Lanfranchi 28
(dietro la Gran Madre)

TORINO

info:
tel. 011.819.06.72 – 011.819.59.18
http://www.borgopo.com

 Reading dal libro di
Renato Scagliola
“IL MUSEO DELLA PIOGGIA”
Storie di paradossi, realtà aumentate,
cattiverie e fenomenali cretinaggini del secolo presente.
E alla fine storie normali in montagna di silenzi, persone e vacche,
e concerto dei
CANTAMBANCHI
Un pomeriggio di folk d’epoca del nord ovest,
per voci e strumenti acustici.

Renato Scagliola copy
Scagliola nel museo della pioggia medita sulle brutture dei troppi graffiti urbani
che richiederebbero il radicale intervento degli Imbianchini.

Dal libro un estratto del suo pensiero:

…In Algeria, in pieno deserto, su un solitario masso, vicino a un primitivo ricovero in pietra, è incisa una donna nuda. La guida spiega poi che si trattava di un vecchio avamposto della legione, i soldati si annoiavano, pensavano solo a quello……
Altrove, segni inequivocabili di una scrittura in arabo, tradotti dicono “ Ahmed è passato di qui”. Morale: è possibile che i nostri antenati abbiano avuto il bisogno di lasciare un segno del loro passaggio sulla terra. Senza immaginare che millenni dopo i discendenti avrebbero potuto scervellarsi per interpretare chissà quale comunicazione.
Quindi semplificando, in tanti hanno (abbiamo) bisogno di lasciare un segno del passaggio sulla terra, visto che si tratta di un lampo, che sembra lungo, ma è un niente alla fine, e quindi che rimanga almeno qualcosa.
E qui arriviamo ai giorni nostri, non a graffiti rupestri, ma sbocchi di vernice, pitture e scarabocchi metropolitani, opera di grafomani con la sindrome di Ahmed. Li vediamo tutti i giorni, purtroppo, dappertutto. Autori, ignoti decoratori geneticamente modificati e malaticci, anarco­verniciatori che vogliono passare alla storia, lasciando un segno, ma indietro di cottura se parliamo di estetica, poiché la grafica arriva indigerita dagli Usa, già vecchia di 40 anni. Gregari acritici e acrilic idi quell’hip-­hop che sembra l’incitamento del carrettiere….

 Il museo della pioggia, pag 37: Ahmed è passato di qui

 

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