FAR WEST, ARTE DI FRONTIERA al CAM di Casoria (Napoli)

deutsche CAM Contemporary Art Museum


farwest

CLICCATE SULL’IMMAGINE PER ACCEDERE AL SITO DEL CAM e guardare il video su YouTube

Lo sceriffo del Parco Verde di Caivano, 2011 – Video
La video-installazione mostra le immagini di uno sceriffo che nel suo Far West ha trovato la propria identità,
costruendosi un ranch in legno nell’aiuola del Parco Verde di Caivano in provincia di Napoli.

FAR WEST

ARTE DI FRONTIERA

CAM

Casoria Contemporary Art Museum

19 marzo – 24 aprile 2011

Via Duca D’Aosta 63/A

Casoria ( Napoli)

martedì – mercoledì – giovedì – domenica :10.00 / 13.00
sabato
: 17.00 / 20.00

Info:
tel & fax
+39 081 7576167

ufficio stampa & pr
+39 3349399870
cam.pr@hotmail.it

www.casoriacontemporaryartmuseum.com
info@casoriacontemporaryartmuseum.com

Dal 19 marzo al 24 aprile 2011 il CAM_Contemporary Art Museum di Casoria (NA), spazio alternativo e di ricerca, presenta Far West, la nuova pungente mostra, a cura di Antonio Manfredi, che volge verso un’analisi sociale in bilico tra ironia e oggettività. Il Far West è la terra di frontiera, la periferia napoletana o il centro urbano di una delle tante metropoli internazionali, sobborgo del mondo e realtà a sé, dove il vissuto diventa esperienza esclusiva.

Il Far West rappresenta anche il prototipo di conquista faticata, di una nuova terra promessa che, a dispetto di condizioni ambientali e sociali non propizie, esibisce una forte vivacità culturale. Dall’arte di arrangiarsi all’arte contemporanea che strizza l’occhio alla solitudine, ma anche alla delicata bellezza di una vita vissuta ai margini. Nella mostra Far West il degrado diventa ispirazione per chi sceglie di cogliere il fascino della terra di confine per trasporlo in forma d’arte.

Il Far West è anche il luogo dove i ruoli si ribaltano, dove lo sceriffo, tutore della legge si confonde con i banditi, dove le “madame” influenzano la vita cittadina dai bordelli del potere, dove la donna oggetto tiene sotto ricatto con un’arma, l’ordine costituito come nell’installazione di Nicola Mette, dai chiari riferimenti al momento politico attuale. È proprio la mancanza di leggi in una terra estrema che spinge all’azione performativa Sebastiano Deva.
Dai manifesti pubblicitari stradali affissi lungo le vie di Napoli parte la richiesta di sottoscrivere una proposta di legge:
la pena di morte per i camorristi. Deva arriva all’atto finale attraverso un linguaggio diretto e perentorio per poi rimandare ad un sito web che svela il progetto artistico che si conclude al CAM. Una provocazione forte e determinata.
L’indagine sulle periferie metropolitane viaggia, nella mostra
Far West, anche attraverso i testi di denuncia del Rock di Provincia dei Letti Sfatti e Patrizio Trampetti. Nella canzone corale su Napoli, Questa città, scritta con la collaborazione di Erri De Luca (voce narrante, protagonista avatar del video e autore di uno dei racconti del libro che accompagna la canzone, presentati in anteprima al CAM), si delinea un paesaggio di sofferenza e di riscatto. Lo stesso affrancamento a cui aspira Vincenzo, il tenero protagonista del film di Alessandro Falco (premiato a Barcellona e proiettato al CAM per la prima volta in Italia), la storia di un ragazzotto di provincia che, cavalcando il proprio motorino, sogna la fuga per sottrarsi al degrado opprimente dell’hinterland napoletano. Diversa, ma altrettanto significativa, è l’evasione silenziosa del barbone di Pozzuoli nella video-installazione proposta da Lello Lopez, il cui racconto senza parole ci immerge in un universo onirico che nasce dall’abbandono e dal degrado. La ricerca di un rifugio, di uno spazio personale che sia ristoro dell’anima dal difficile Far West, appare nella poetica foto del brasiliano Salvino Campos, in cui la religiosità è l’unico mezzo per lenire la sofferenza. Non manca ovviamente in mostra un’accezione ironica della descrizione del contesto urbano e dei personaggi che lo popolano. La tagliente e polemica installazione del duo artistico Di Guida&Vargas si immette sulla strada della sarcastica consapevolezza della situazione sociale, mentre un’altra video-installazione mostra le immagini di indiani su impennanti cavalli contemporanei e di uno sceriffo che nel suo Far West ha trovato la propria identità, costruendosi un ranch in legno nell’aiuola del Parco Verde di Caivano in provincia di Napoli.
Ma qual è il nostro ruolo?
Quale quello dei visitatori del museo?
Sceriffo o cowboy?

L’opera di Peppe Esposito, gioca sull’identificazione, attraverso lo specchio, con l’immagine del pistolero, e pone una domanda sugli atti realmente legali che compiamo. L’uomo riflesso, lo sceriffo, agisce sempre in modo corretto o inconsapevolmente rimane impigliato nella rete dell’illegalità?
Pubblico sfoggio di spazzatura e sfacciato tripudio di avvenenza, il territorio partenopeo viene osservato attraverso il lavoro dei fotografi Luciano Ferrara e del gruppo Wine&Foto che mettono in mostra le contraddizioni di un’area talvolta abbandonata a se stessa ma che non si rassegna ai propri mali.La sera dell’inaugurazione vedrà momenti performativi nell’esibizione dei Letti Sfatti e negli interventi del MUSICAL VILLAGE diretto da Davide Esposito e da Ilaria Maglione.

Antonio Manfredi_curatore e direttore del CAM:

Far West è un fermo immagine sul duello all’ultimo sangue tra la realtà e l’arte. La realtà è quella delle periferie del mondo e dei territori degradati che sembrano pervasi da un grigiore perenne. L’idea curatoriale della mostra parte dall’analisi di un luogo che diventa metafora di un sentire sociale, di uno spazio vissuto da un groviglio di esistenze, in cui l’individualità cerca spazio per la propria espressione. La periferia del Far West è nello squilibrio della coscienza che si vede soffocata nelle anguste abitazioni ammassate, nel limite fisico e mentale da cui fuggire attraverso una resistenza creativa. In tali fatiscenti regioni di cemento lo sguardo vaga alla ricerca del colore, di un tono di emozione e lì si posa, dove l’arte coglie la bellezza, la liricità di un gesto e la poesia di un momento. La dimensione urbana appare nella sua condizione ambivalente: decadimento disarmante e crogiuolo di creatività per opere che sono segnali di una percezione totalmente artistica. Il divario tra gli elementi scompare quando la realtà diventa arte e comunica attraverso linguaggi differenti. L’intervento diretto degli artisti sulla realtà diviene trasformazione della stessa come rifiuto di un vuoto culturale, al CAM i filtri della visione artistica scompaiono per lasciare il posto alla voce del dissenso. Nel Far West la pubblica denuncia del giogo del ricatto, attraverso le armi ammaliatrici della seduzione, si veste dei colori della bandiera italiana. Nelle strade cittadine si apre una sfida diretta all’osservatore attraverso messaggi mediatici che trasformano lo spazio urbano in museo esteso. Dall’ironia alla provocazione la mostra Far West analizza il contesto politico sociale e ambientale attuale, traendone spunto per una riflessione profonda e meditata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »