VALERIO PERLA: POVERI I MIEI SANTI

YEMAYA AKUARA - Maria Giulia Alemanno © acrylic on canvas cm 180 x 250 - 2007 in MARIA GIULIA ALEMANNO . SANTERIA: Paintings di Maria Giulia Alemanno

YEMAYA AKUARA, acrilico su tela di Maria Giulia Alemanno © cm.180 x 250 – 2006

POVERI I MIEI SANTI

Poveri i miei Santi … Spogliati dal profumo del miele d’api, del tagliente colore della foresta, del ritmo allegro delle acque. Poveri i miei Santi … rappresentati nei ristoranti in mezzo ai resti unti o su di un palco scintillante di luce artificiale e colta ignoranza. Non rispondono più al al richiamo magico di un suono primordiale del tamburo e vagano confusi nelle piste delle discoteche, mortificati tra le note dell’ultimo brano alla moda, venduti per trenta denari da chi non conosce neanche il colore dei loro occhi. Poveri i miei Santi denudati di magia e vestiti di gesti scopiazzati, di atteggiamenti impropri e di falsi ed interessati sacerdoti. Ridotti ad un passo, un canto ed una menzogna in centinaia di corsi, stage e lezioni a frettolosi allievi e spesso improvvisati maestri. Il frusciare delle erbe di Osain, il calore del vento di Oyà, il fragore dello sguardo di Shangò, la guerriera inquietudine di Obatalà Ayagguna ed il profumo dolce dell’acqua di mare di Yemayà non si addicono alle luci fredde dei supermercati, alla fretta a cui oggi si immola il respiro della terra. Poveri i miei Santi confinati in un oroscopo, in un braccialetto portafortuna; Rapiti dalle eterne pietre d’Africa e troppo lontani dal profumo delle erbe e dal caotico sussurrare delle onde.

Nessuno nota più l’impertinenza di Elegguà nel sorriso di un bambino o la solenne maternità e fermezza di Yemayà in un mare in tempesta ed ancora nessuno incrociando lo sguardo triste e colpevole di Oggùn o l’inquieta e dolce bellezza di Oyà, ne’ nota il fremito, la sottile dissonanza che nasce dalla magia …ed invece, sempre più assorte, vedo persone scavare nella tecnica di un gesto impossibili ed inutili significati. Storpiare i nomi per gioco e far diventare il maestoso incedere di Shangò un’odiosa e squallida pantomima … magari durante una Rumba così, con un sol colpo, uccidere due creature …

Scappano allora, lasciando un tragico vuoto, un salone deserto prima risuonante di rispetto e reverenza. Il rispettoso brusio che accompagnava il loro apparire si è trasformato in scrosciante applauso … esattamente uguale a quello che accompagna il lanciatore di coltelli o la non meno affilata spogliarellista.

Nella notte qualche camion ha scaricato i liquami nel fiume di Oshún ed il Monte, regno di Oggùn ed Osain, è già pieno di case abusive prontamente condonate.

Arà, la terra, soffre ed Oshupa, la luna ha già capito: dimenticare quelle voci, spogliarle della loro sacralità era solo un passo per chiuderci gli occhi e prepararci così all’ultimo passo … verso Ikù … la morte.

Solo dall’amore, dal rispetto per la terra, dall’aria, dall’acqua e dalla incontaminata bellezza possiamo trarre nutrimento … e, senza cibo …

Valerio Perla

in El Cabildo di Valerio Perla , bellissimo sito, da non perdere di vista!

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