I FUOCHI di Maria Giulia Alemanno nelle parole dello storico Mario Ogliaro

Fuoco orizzontale dettaglio dell’ olio su tela di Maria Giulia Alemanno esposto per la prima volta nel 1999 in occasione della personale “Fuochi ed altre presenze” a Palazzo Degregori, Crescentino. L’immagine completa ed altri quadri della mostra nella sezione LE OPERE di questo sito.

I “FUOCHI” di MARIA GIULIA ALEMANNO

Le due mostre allestite recentemente a Crescentino dalla pittrice Maria Giulia Alemanno (per gli amici Mariella) hanno avuto un ampio riscontro sia da parte del pubblico che della critica. Allieva di Francesco Tabusso, Mariella è assai nota negli ambienti artistici torinesi per l’originalità delle sue opere realizzate attraverso una personale osservazione della natura, dalla quale traspare l’espressione di quei valori più genuini della nostra terra. Valori che hanno suscitato in lei forme dolci e sensibili, come “Asso di Bastoni”, “Il rosso e il nero” “La prova” ed altre ancora, fino a raggiungere l’elaborazione figurativa delle piatte e monotone risaie, dove lo sfondo inquieto appare animato dal “fuoco delle stoppie” e da un agitarsi d’immagini e di colori che riflettono l’attesa ciclica delle stagioni, quasi come appare nella descrizione del perenne Deserto dei Tartari, in cui l’orizzonte, irreale e lontano, assume una dimensione infinita.

I “fuochi”, nella loro fantastica danza rituale, sembrano richiamare il carattere primitivo della piana sconfinata e raggiungere un equilibrio d’impulsi, in cui le fiamme nel loro lento roteare bruciano inesorabilmente i fanciulleschi ricordi della pittrice per farli rinascere in una luce nuova, dalla quale essa riesce a ricreare gli antichi miti ed il vario succedersi ed il presentarsi della natura. Un affresco che, a mio giudizio, si può affiliare all’incantesimo del wagneriano Wotan, dove il simbolismo affiora e domina instancabilmente, così come domina e permea nei suoi quadri, soprattutto in quelli che traducono moti interiori in “fuochi ed altre presenze”, evocanti – come afferma Massimo Olivetti“una sinfonia di suggestioni, un sovrapporsi ed intrecciarsi di note, insieme sottili e consolatorie, ma anche inquietanti ed inspercrutabili. E la vibrazione si moltiplica nell’apparente immobilità delle presenze. Immobilità che diventa sfida al vorticare del tempo per mantenere la continuità del simbolo.”

Un’interpretazione dunque maturata in un libero canto di contorni e di colori, che se da una parte esprimono un senso di solitudine, dall’altra destano forse la nostalgia dell’antica serenità delle risaie quando ancora brulicavano di vita, ondeggiavano vivaci e fuggitive nello spirito agreste delle frazioni crescentinesi di Lignola, San Grisante, San Genuario.

La fecondità della sua esperienza pittorica e della sua attività creativa è ancora ben lontana dall’esaurirsi. Anzi, è proprio al culmine di quella maturità che gli amici di Mariella e tutti i suoi estimatori attendono altre opere ed altre “presenze” animatrici della terra vercellese.

Mario Ogliaro

Corriere Eusebiano, Sabato 15 aprile 2000


Propongo qui, dopo tanti anni, lo scritto che lo storico crescentinese Mario Ogliaro, dedicò alla mia pittura, cogliendone perfettamente l’essenza, in un articolo pubblicato sul Corriere Eusebiano.
I fuochi continuano a bruciare dentro di me, presenze vive e vibranti . Ne nasceranno presto altri, come ritratti di anime inquiete. Forse autoritratti rarefatti e maturi.

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